Performance – a cura di Angelo Pretolani e Roberto Rossini (progetto PASC)
sabato 18 gennaio 2025 ore 17:30 – MAIIIM LAB – Calata Andalò Di Negro 15, Genova
Paola Mongelli si specchia in un atto performativo
Racconta l’artista Paola Mongelli: “Nel 2001, a causa di un incidente, il mio occhio destro ha perso la capacità di vedere, ma non il desiderio di vedere. Da circa dieci anni ho iniziato a disegnare unicamente attraverso questo occhio, intercettando il suo desiderio. Col tempo questa pratica è diventata quotidiana, fino ad oggi solitaria. Quasi sempre disegno un volto, qualche volta invece è una parte del corpo. Io, l’altro”. Questa, è una informazione imprescindibile per comprendere le molteplici “pieghe” psicologiche e artistiche (possono mai essere separate?) che interagiscono nel progetto MY MIRROR su cui l’artista sta lavorando dal 2013. La visione, come tutte le altre nostre percezioni sensoriali, prima di manifestarsi nella nostra consapevolezza, è costretta in una specie di “distorsione” frutto di una elaborazione del nostro cervello che la decodifica in funzione di una enorme quantità di dati raccolti e memorizzati nel tempo. Paola Mongelli con una scelta artistica coraggiosa, raddoppia il processo di trasformazione inconscia degli “oggetti” osservati, in questo contesto sono principalmente volti, adottando una particolare tecnica di disegno. Coprendo l’occhio che vede, si concentra nella visione interiore dell’occhio che non vede e che percepisce solo poche ombre, ma che ancor più è capace di osservare e interpretare le immagini immagazzinate nel cervello d’appartenenza attraverso l’occhio che ha “visto”. Forse l’artista ottiene un’“opera-sogno”, l’influenza onirica a questo punto non può essere assente anche se ammaestrata a compiere una elaborazione dell’elaborazione già avvenuta in precedenza; un lavoro,
il suo, che si consuma e si racconta in un gioco interiore di specchi. A tal proposito Paola Mongelli afferma: “Mi incontro, come davanti allo specchio, ma lo sguardo è spalancato all’interno. La visione non è la vista, è un atto che coinvolge la totalità del corpo, che sente e vede. Nessun tratto è intenzionale, il corpo-che-respira disegna ciò che è necessario”.
Tratto da “My Mirror” una performance dell’artista Paola Mongelli potenzialmente senza confini di Gianni Maria Tessari.